Dopo una serie di film inediti nelle sale italiane, perlopiù recenti e recentissimi, il Kinoglaz cineforum propone un classico della nouvelle vague francese, e uno dei film più noti di Jean-Luc Godard, Pierrot le fou. Film arcinoto, certo, eppure anche in questo caso è bene sottolineare che la versione italiana uscita al cinema nel 1965 e più volte passata in tv, risulta tagliata di oltre 20 minuti. Coloro che non hanno mai visto la versione originale e integrale del bellissimo film di Godard avranno l'occasione mercoledì 28 aprile di "colmare la lacuna" alle ore 21.30 al centro sociale Askatasuna. Gli altri, contiamo non si lascino sfuggire l'opportunità di rivedere il film, magari per la prima volta su grande schermo. L'ingresso, come sempre, è libero.
In versione originale, con sottotitoli in italiano realizzati appositamente per l'occasione dal Kinoglaz, mercoledi 21 aprile verrà proiettato il film del 1999 di Claire Denis Beau travail. Difficile da catalogare, di una freschezza e di una libertà che siamo soliti incontrare nelle opere degli anni 60 e 70, Beau Travail prende spunto dal romanzo di Herman Melville Billy Budd il marinaio, ma è ambientato a Gibuti, e i protagonisti non sono marinai, ma soldati della legione straniera francese. Quando a Gibuti arriva il soldato Gilles Sentain, il sergente Galoup percepisce "qualcosa di indefinito", e l'istinto gli suggerisce che si tratta di una minaccia. Il conflitto tra Galoup e Sentain è l'asse portante su cui si regge il film, che comunque si apre a numerose altre chiavi di lettura: l'Africa, le donne africane, la musica e il ballo, le pulsioni omoerotiche represse, l'inadeguatezza e l'assenza di "un posto sulla terra", il colonialismo, il cinema francese, e altro ancora. Agli appassionati cinéphiles non potrà sfuggire il fatto che il sergente Galoup sia interpretato da Denis Lavant, "Alex", magnifico attore alter ego di Leos Carax in Boy meets girl, Rosso sangue e Gli amanti del Pont-Neuf; così come un sottile brivido non potrà che percorrere le loro schiene nello scoprire che il capitano della legione straniera a Gibuti si chiama Bruno Forestier, e che l'attore che lo interpreta è proprio Michel Subor, ovvero il "petit soldat" del film di Godard, che torna così a vivere sul grande schermo, sottolineando il profondo legame non solo affettivo, ma letteralmente di carne e sangue di Beau travail con la nouvelle vague e con la storia del cinema. A tutto questo vogliamo ancora aggiungere che Beau travail ha un incipit e un finale tra i più belli e meglio girati che ricordiamo di avere visto, semplici nella loro idea, eppure così ben fatti da fare venire voglia di girare un film.
Mercoledi 14 aprile si terrà la proiezione del film di Kiyoshi Kurosawa Cure, in versione originale sottotitolata in italiano. Cure è di fatto il primo film di Kiyoshi Kurosawa distribuito nei circuiti commerciali occidentali, quello che lo ha fatto conoscere un pò in tutto il mondo, e a tutt'oggi secondo noi il suo film più bello. La visione apocalittica della civiltà contemporanea che in Cure viene rivelata con un'originale forza espressiva, verrà ripresa in molti film successivi, alcuni dei quali altrettanto se non più inquietanti di questo. Cure resta però secondo noi il film più importante realizzato da Kurosawa, quello che fra tutti merita senz'altro di essere visto. Si comincia alle 21.30, come sempre al centro sociale Askatasuna di corso regina 47 a Torino.
Il dubbio che Jarmusch sia un pò sopravvalutato lo abbiamo sempre avuto. Tuttavia, questo suo ultimo film (finora inedito in Italia) mette a dura prova le certezze dei detrattori quanto quelle degli estimatori. The Limits of Control, costruito per il piacere degli occhi e delle orecchie, secondo noi un pò meno per quello della mente, ci pare senz'altro il più personale e sentito dei suoi (pochi) film. La ricerca formale e la scelta delle inquadrature, il lavoro sul tempo, mostrano un impegno non fine a se stesso, ovvero il tentativo di cercare soluzioni più vicine al cinema europeo e orientale che al cosiddetto "cinema indipendente" statunitense, quello da festival alternativo, del quale Jarmusch è certamente un'icona ben definita e classificata; il desiderio, forse, di misurarsi con una cultura da sempre ammirata ma finora non realmente assorbita e rielaborata. La nostra speranza è che Jarmusch d'ora innanzi si spinga oltre, superi i "limiti del controllo", seguendo la traccia lasciata da questo suo ultimo interessante film. Il timore, al contrario, è che dopo questa prova di scarso successo di pubblico, Jarmusch in futuro torni sui suoi passi, e ci lasci con la sensazione che The Limits of Control fosse soltanto un bluff.
Mercoledi 7 aprile, ore 21.30, centro sociale Askatasuna, corso regina 47, torino
7 aprile: The Limits of Control (Jim Jarmusch) 14 aprile: Cure (Kiyoshi Kurosawa) 21 aprile: Beau travail (Claire Denis) 28 aprile: Pierrot le fou (Jean-Luc Godard)
tutti in versione originale sottotitolata in italiano