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mercoledì 27 febbraio 2002

Presentazione "Il ladro"

IL LADRO (The wrong man)

Regia: Alfred Hitchcock. Soggetto: Maxwell Anderson (dal suo racconto The true story of Emmanuel Balestrero). Sceneggiatura: Maxwell Anderson e Angus McPhail. Fotografia: Robert Burks. Scenografia: Paul Sylbert e William L. Kuehl. Musica: Bernard Herrmann. Montaggio: George Tomasini. Interpreti: Henry Fonda (Christopher Emmanuel Balestriero, “Manny”), Vera Miles (Rose, sua moglie), Anthony Quayle (O’Connor), Charles Cooper (il detective Matthews), Richard Robbins (Daniel, il colpevole), John Heldabrant (Tomasini). Produzione: A. Hitchcock (Warner Bros). Durata: 105’. USA, 1956.

The wrong man, ovvero un uomo che per sbaglio si ritrova colpevole di reati mai commessi.

All’inizio del film, è Hitchcock stesso a presentare questa storia come un fatto realmente accaduto.

New York 1953.

Un evento imprevisto sconvolge l’ordine della vita del protagonista. Inizia così l’itinerario di Emmanuel Balestrero. La casualità, supremo pericolo, irrompe nel tranquillo universo borghese per sconfiggerne ogni principio di sicurezza. Il flusso ripetitivo dei gesti e dei fatti quotidiani si disgrega insieme all’illusione di aver conquistato una dimensione inattaccabile e sicura. Come altri eroi hitchcockiani, Emmanuel si crede immune e estraneo alla violenza, alla morte, all’ingiustizia. La rottura dell’ordine operata dal caso lo porta invece a dover affrontare e accettare l’inevitabile precarietà e disarmonia di ciò che lo circonda. Non sempre è possibile allontanare e rimuovere facendo finta che tutto vada per il verso giusto.

Se però altri personaggi hitchcockiani prendono di petto la sfida lanciata loro dal caso, agendo attivamente per non subire la cattiva sorte, Emmanuel segue impotente il corso degli avvenimenti, lasciandosi trascinare senza ribellarsi. Sembra non voler capire che ciò che gli viene ripetuto dal poliziotto (“Un innocente non ha mai nulla da temere”) non può essere che un’enorme menzogna propinata dalle istituzioni.

Alla fine il presunto colpevole paga a caro prezzo il riconoscimento della sua innocenza. La follia della moglie distrugge l’armonia che pareva ristabilita. L’ultima ritratto della famigliola felice a spasso sui viali alberati e soleggiati della Florida è talmente stereotipato che svela l’ipocrisia di ciò che mostra. Hitchcock sceglie di restare a distanza, riprendendo il quadretto da lontano, come se temesse di mettere a fuoco la tragica sorte dei suoi protagonisti.

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