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venerdì 10 agosto 2007

"L'OMBRA DEL POTERE" di Robert De Niro, 2006

14 anni dopo il buon esordio di Bronx, De Niro torna alla regia con L'ombra del potere, ovvero trent'anni nella vita di un funzionario CIA. Protagonista assoluto del film, nei panni della spia Edward Wilson, Matt Damon. L'affresco epico e tragico del cuore nero USA, sul modello stilistico de Il padrino di Coppola (ma viene in mente anche il Nixon di Stone) a De Niro non riesce molto bene. Troppi i temi che emergono ma che non riescono a svilupparsi, pochi i momenti in cui le immagini mostrano qualcosa oltre alle parole.
L'aspetto privato del protagonista rapportato a quello pubblico è il motore narrativo della pellicola, che a poco a poco svela le contraddizioni che il mestiere di spia porta con se. L'impassibilità di Matt Damon è funzionale al ruolo interpretato, ma la recitazione sua e di tutti gli altri attori (spicca Angelina Jolie nella parte della moglie di Wilson) non toglie e non aggiunge nulla al film. Tra i molti temi suggeriti il parallelismo CIA-Nazismo è quello più suggestivo e esplicitato. Tuttavia De Niro non scende quasi mai in profondità, non osa il confronto con i fantasmi, non scardina le certezze, e in fondo mostra cose che già sappiamo tutti, senza capire bene se il film voglia essere un saggio sulla banalità del male, la descrizione del potere WASP o una parabola biblica. Certo, non si tratta di un'opera di basso livello, ma il senso di inquietudine, di vuoto e di solitudine che il film riesce a comunicare non è abbastanza per un'opera che nasceva con ben altre ambizioni.


p.s. Una nota per gli amanti del cinema classico: non ne siamo sicuri, ma ci piace immaginare che la scena in cui la dirigenza della CIA canta e danza con le gonne hawaiiane sia una citazione della danza della morte in La regola del gioco.


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martedì 31 luglio 2007

LA MORTE DI BERGMAN E ANTONIONI



Il 30 luglio 2007, a poche ore di distanza uno dall'altro, se ne sono andati Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni. E' un altro passo verso l'oblìo, sempre più vicino, di quel modo terribile e meraviglioso di vedere la vita chiamato Cinema. I loro film resteranno per sempre nella nostra memoria.


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lunedì 30 luglio 2007

"MIAMI VICE" di Michael Mann, 2006

Si sapeva che prima o poi Michael Mann avrebbe diretto un film tratto dalla fortunata serie tv Miami Vice, di cui fu il produttore esecutivo. Si immaginava anche che non sarebbe stato un capolavoro. Preparati a una serata di puro intrattenimento non possiamo però nascondere il sentimento di delusione che ci ha assalito al termine della visione. Miami vice pare sia stato pensato e girato in modo molto più simile a un qualunque film di James Bond che non a Manhunter o anche solo Collateral, e in casi come questi non è sufficiente riproporre i segni di riconoscimento, i tocchi di classe, le tracce d'autore che differenziano il prodotto puramente commerciale e anonimo con qualcosa di più significativo e personale, per fare di un film mediocre un film medio.
Certo, il cinéphile capisce immediatamente che si trova di fronte a un film di Michael Mann, non c'è dubbio - le riprese in elicottero della città di notte, gli appartamenti vuoti con i finestroni che danno sul mare, la passione travolgente e impossibile confrontata con l'amore coniugale, ecc. Ma ciò che egli riconosce è la maniera del regista, l'autocitazione, che non svela più una poetica ma si limita a accondiscendere il gusto dello spettatore preparato. Copiarsi è altro dal ripetersi, e così di questo film restano in mente più che i momenti gradevoli quelli maggiormente noiosi, come l'incredibile viaggio in motoscafo da Miami a Cuba che Colin Farrell e la sua bella improvvisano per togliersi lo sfizio di bersi un mojito all'Havana, e finalmente accoppiarsi.


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venerdì 27 luglio 2007

"LADY IN THE WATER" di M. Night Shyamalan, 2006

Shyamalan è un regista che ha la capacità di sorprendere ad ogni suo film lo spettatore. Nel caso di Lady in the water, in negativo.
Se i temi che egli affronta nelle suo opere possono essere ricondotti a una specie di filosofia new age profondamente stucchevole, è anche vero che l'indubbio talento e un certo stile piuttosto riconoscibile gli hanno consentito di farsi apprezzare anche aldilà dei contenuti. Il sesto senso e soprattutto The village sono film molto piacevoli e interessanti (magari in futuro ne scriveremo), con intuizioni semplici e efficaci, e riescono a comunicarci qualcosa sull'America di oggi molto più di tanto cinema alla Sundance festival. Lady in the water sembra invece uno di quei tanti sermoni dove il predicatore alla fine si scaglia dal pulpito contro i poveri miscredenti (Shyamalan lo fa con estrema delicatezza), colpevoli di non avere fede in Dio onnipotente. Ci auguriamo quindi, come semplici spettatori, che da qui al prossimo film a Shyamalan sorga, se non una crisi mistica, almeno qualche dubbio.


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lunedì 23 luglio 2007

"SCHIAVO DELLA FURIA" di Anthony Mann, 1948

Un ladro (Dennis O'Keefe), aiutato dalla sua compagna, evade dal carcere in cui è rinchiuso, e prende come ostaggio il proprio avvocato, una giovane donna, di cui è innamorato. Prima di una nuova vita, però, c'è da consumare la vendetta nei confronti del boss traditore.
Personaggi complessi, ritmo serrato, fotografia contrastata e un utilizzo degli esterni che anticipa di qualche anno Un bacio e una pistola e Bob le flambeur rappresentano la cifra stilistica di quello che va considerato come un piccolo classico del noir americano. Cupo, privo di ironia, eppure mai opprimente, Schiavo della furia va ricordato anche per l'efficace interpretazione di Claire Trevor nel ruolo della donna del bandito, vero personaggio tragico del film.


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domenica 22 luglio 2007

"ARRIVEDERCI AMORE, CIAO" di Michele Soavi, 2006

Non ho letto il romanzo di Carlotto, ma dopo avere visto il film che ne è stato tratto non credo che lo farò. "Arrivederci amore, ciao" è solo un brutto film, e invito chi non l'avesse visto a evitare di sorbirselo. Davvero, non ne vale la pena. Non vado oltre perchè il tempo non va sprecato.


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mercoledì 18 aprile 2007

Manifesto sesta stagione - ciclo "Potere, decadenza"

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mercoledì 4 aprile 2007

Manifesto "L'uomo con la macchina da presa"

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