"QUEL MALEDETTO TRENO BLINDATO" di Enzo G. Castellari, 1978
Giochiamo d'anticipo e spendiamo due parole sul film di cui questa estate uscirà una specie di remake-omaggio ad opera di Quentin Tarantino. Quel maledetto treno blindato (Inglorious bastards negli Usa) è un film di guerra, più o meno ispirato a Quella sporca dozzina di Robert Aldrich e diretto da Enzo G. Castellari, autore di uno dei maggiori successi italiani degli anni settanta, Il cittadino si ribella, girato sulla scia del successo de Il giustiziere della notte. Come regista a Castellari viene riconosciuta una notevole abilità nelle scene di azione, la capacità di utilizzare il montaggio senza costringersi dentro a regole e schemi precostituiti, un uso personale del rallenti. Tuttavia, anche prendendo per validi questi riconoscimenti, Quel maledetto treno blindato resta un pessimo film, pasticciato, involontariamente parodico e spesso imbarazzante, praticamente sotto ogni punto di vista: sceneggiatura, dialoghi, recitazione, scenografia, inquadrature ecc.
Lo scriviamo ora perchè siamo certi che, come al solito, fra non molto in tanti ci spiegheranno che tutti i difetti del film sono in realtà dei pregi, che i pasticci e il caos narrativo in verità restituiscono la libertà creativa e l'atmosfera che si respirava sul set, di cui usciranno aneddoti, ricordi di battute divertenti, di scene girate e poi tagliate e via discorrendo.
Diciamola tutta, ci stiamo un pò stufando di queste continue rivalutazioni dei prodotti cinematografici nostrani, anche i più infimi. Non si riesce più a capire cosa è bello e cosa non lo è, o lo è meno. Ecco che allora, in mezzo alla sempre più fitta e inestricabile selva di cult movies da riscoprire, ci preme fare sapere che per noi Quel maledetto treno blindato è uno di quei film che può anche essere dimenticato.
Lo scriviamo ora perchè siamo certi che, come al solito, fra non molto in tanti ci spiegheranno che tutti i difetti del film sono in realtà dei pregi, che i pasticci e il caos narrativo in verità restituiscono la libertà creativa e l'atmosfera che si respirava sul set, di cui usciranno aneddoti, ricordi di battute divertenti, di scene girate e poi tagliate e via discorrendo.
Diciamola tutta, ci stiamo un pò stufando di queste continue rivalutazioni dei prodotti cinematografici nostrani, anche i più infimi. Non si riesce più a capire cosa è bello e cosa non lo è, o lo è meno. Ecco che allora, in mezzo alla sempre più fitta e inestricabile selva di cult movies da riscoprire, ci preme fare sapere che per noi Quel maledetto treno blindato è uno di quei film che può anche essere dimenticato.
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