Presentazione "Salvatore Giuliano"
Film sull’ambigua figura di Salvatore Giuliano, la cui storia lo vede dapprima dedito al banditismo, quindi abbracciare il movimento indipendentista siciliano per poi finire al soldo degli americani e degli interessi congiunti di mafia locale e politica democristiana.
Si è assistito, specie negli ultimi tempi, ad una certa canonizzazione del personaggio ad eroe dell’immaginario popolare (forse più italoamericano che siciliano); per comprendere quest’ultimo punto urge il confronto col più recente e conosciuto (almeno per un pubblico non cinefilo) IL SICILIANO (Michael Cimino, USA 1987), dove si pretende di poter sospendere la correttezza storica in favore di un impianto spettacolare e di un Giuliano caliente latin lover incarnato nel corpo di Christopher Lambert. Niente di tutto questo nel film di Rosi, girato sul set degli eventi una decina d’anni dopo il loro accadere, e interpretato (per quanto riguarda la massa delle comparse) dagli stessi protagonisti che lo vissero sulla propria pelle. Nulla viene sacrificato all’esigenza della correttezza storica nella resa narrativo-spettacolare di quello che può ben definirsi uno dei più esemplari dei “misteri d’Italia”.
Uno dei momenti culminanti del film – per la pregnanza con cui vengono coniugati correttezza storica e morale filmica – è la sequenza riguardante l’eccidio di Portella delle Ginestre; ad un preambolo dove assistiamo allo scarno dialogo tra due banditi sull’ordine di Giuliano “di sparare ai comunisti, segue l’esposizione filmica dell’evento mostrato dal punto di vista di chi l’ha subito: come dire che sappiamo chi ha voluto e gestito un’infame strage, ma allo stesso tempo ribadire che uno solo è il punto di vista moralmente giusto da cui dover mostrare un simile accadimento e a cui poter prestare il proprio sguardo (a riprova - se ancora ce ne fosse bisogno – che esiste un solo punto GIUSTO nello spazio da cui filmare un evento).