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mercoledì 10 marzo 2010

AGGIORNAMENTO IMPORTANTE: Proiezione di "Hunger" rinviata

Causa contemporanea iniziativa No tav a Rosta, e visto il persistere del maltempo in città, la proiezione del film Hunger prevista per questa sera è rimandata a mercoledì prossimo 17 marzo.

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martedì 9 marzo 2010

10 MARZO 2010: Riapertura del Kinoglaz cineforum



Mercoledi 10 marzo 2010 riprendono le proiezioni del Kinoglaz cineforum con il film di Steve McQueen Hunger. Il film, vincitore della camera d'or come miglior opera prima al festival di Cannes del 2008, non è mai stato distribuito in Italia, e viene presentato in lingua originale con sottotitoli. Hunger è incentrato sulla figura di Bobby Sands, militante dell'IRA morto in carcere dopo 66 giorni di sciopero della fame.

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domenica 14 febbraio 2010

"ITSASOAREN ALABA", di Josu Martinez, 2009











Si è tenuta venerdì scorso, al cinema Baretti di Torino, la proiezione del documentario di Josu Martinez Itsasoaren alaba (La figlia del mare). La serata rientrava all'interno delle iniziative organizzate dalla rete Amici e amiche di Euskal Herria, in occasione della settimana internazionale di solidarietà con il popolo basco. Il documentario ha come protagonista Haize Goikoetxea, figlia di Mikel Goikoetxea - Txapela - un militante dell'Eta ucciso nel 1984 dai Gal, gli squadroni della morte creati dall'allora primo ministro socialista del governo spagnolo Felipe Gonzales, quando Haize aveva solo 2 anni. Di suo padre Haize sa pochissimo. Finchè, all'età di 25 anni, decide di partire alla ricerca delle persone che lo avevano conosciuto e che di lui potevano raccontargli qualcosa.
Una ricerca lunga e complessa, che alla fine darà i suoi frutti, e
che la videocamera di Josu Martinez documenta passo dopo passo, in un lento crescendo emotivo che tuttavia non cede mai al sentimentalismo di maniera e alla mitizzazione del combattente rivoluzionario. Un film prezioso quello di Josu Martinez (che nella vita lavora come radiogiornalista), in quanto ci mostra una realtà che oltre a essere misconosciuta, risulta pressochè invisibile. Sono infatti pochissimi e rarissimi i film baschi che trattino temi che abbiano a che fare con l'Eta e con la lotta politica della sinistra indipendentista basca in generale. Fra questi, La figlia del mare è senza dubbio il più bello che abbiamo visto.


Josu Martinez e Haize Goikoetxea

http://www.ehlitalia.com/


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giovedì 15 ottobre 2009

"FLASH FORWARD", serie tv, USA 2009, di David S. Goyer


Anche noi abbiamo visto i primi due episodi della nuova serie tv Flash forward.
Intrigante, non c'è che dire. Pensiamo però che si tratti di un sostanziale passo indietro rispetto ad altre recenti produzioni televisive americane (Lost e Mad Men su tutte); non tanto relativamente alla storia narrata, quanto piuttosto alla sua realizzazione filmica. Ciò che non funziona (o funziona meno bene che altrove) è ciò che sollitamente chiamiamo regia, le scelte ad essa connesse, il lavoro sull'immaginario del telespettatore.
Vediamo come inizia il primo episodio. Un uomo è a terra, forse ferito. Comincia a muoversi, si trascina carponi. Scopriamo che si trovava sotto un'auto capovolta. L'uomo si alza, si guarda intorno e si accorge (noi con lui) che è appena avvenuto un disastro. Morti, feriti e persone sotto shock che vagano per la strada.
Si tratta, concettualmente, dell'incipit di Lost. Citazione, omaggio o cos'altro? La spiegazione ci viene fornita subito dopo, quando vediamo e sentiamo la sigla della serie: un effetto sonoro e una scritta, Flash Forward. Anche qui, il rimando a Lost è evidente. E a questo punto, ridondante.
Perchè l'effetto diventa didascalico. Questi primi minuti, infatti, sembrano volersi accattivare, con una sorta di promessa di qualità, un pubblico preciso, numeroso ma esigente: i fans di Lost. Come se, evidentemente, dal confronto si uscisse sconfitti in partenza.
Vediamo un altro frammento. Immediatamente prima della sigla c'è un'inquadratura che secondo noi svela la reale ambizione dei realizzatori della serie, o meglio, il punto di incontro di più esigenze. E' l'immagine di un uomo avvolto dalle fiamme, che corre fra le auto incidentate, urlando.
Dire che si tratta di un clichè è riduttivo. L'immagine infatti, oltre che essere abusata, appare "appiccicata" alle altre, quasi fuori contesto. Questo effetto "inserto" non è funzionale ad altro che alla spettacolarizzazione ulteriore del disastro che stiamo assistendo. Qualcuno, come noi, storcerà il naso di fronte a questo surplus di senso. Molti altri, invece, riconosceranno proprio in quell'inserto il culmine della tensione narrativa. Ci pare esplicita dunque, la ricerca, di un pubblico ancora più vasto di quello che ha decretato il successo di Lost. Un pubblico meno esigente, e più giovane.
Questo tentativo di creare una serie tv di grande successo di pubblico e allo stesso tempo di grande successo di critica, si rivela maldestro anche soffermandosi, ad esempio, sulle musiche di repertorio utilizzate in questi primi due episodi. Nel primo ci viene fatto ascoltare - Eminem sarebbe stato troppo banale, avranno pensato - l'ultimo singolo di Mos Def, Quiet dog bite hard, associato al personaggio della studentessa baby-sitter; nel secondo episodio, in una sequenza che ci mostra alcuni personaggi alle prese con dubbi e sofferenze, viene invece utilizzato un brano di Nick Drake, Place to be: scena malinconica, canzone del più malinconico - ma di culto! - dei cantautori. E così anche Nick Drake riesce a diventare musica-tappezzeria, sfondo a una recita di basso profilo, che tutto equipara.

Ecco, tutto questo materiale eterogeneo, tutti questi ammiccamenti, l'assenza (almeno per ora) di percorsi alternativi alla semplice trama narrativa, i riferimenti fini a se stessi, a cui aggiungiamo il ritmo frenetico ma monocorde del montaggio, la medietà degli attori e della loro direzione, la fotografia di ultima tendenza, fanno di Flash Forward una serie che - ahinoi - riporta il telefilm indietro di 10 anni, alla sua dimensione standard.
Lo schermo si rimpicciolisce, i sogni altrettanto. E al telespettatore, in cambio della complicità su di un sapere che si vorrebbe raffinato, viene lanciato un salvagente che è costretto a indossare, ma di cui francamente non sentiva più il bisogno.

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sabato 19 settembre 2009

Trailer di "SOCIALISME" di Jean-Luc Godard


Si dice che sarà il suo ultimo film. Dovrebbe uscire nel 2010. Attendiamo fiduciosi.




guarda il trailer su youtube

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giovedì 17 settembre 2009

"IL LUPO" di Stefano Calvagna, 2007

Ce lo eravamo perso. Poi un amico ci ha chiesto se avevamo visto il film sulla storia di Luciano Liboni, e abbiamo così saputo dell'esistenza della pellicola del 2007 di Stefano Calvagna intitolata "Il lupo". Lo abbiamo visto, e abbiamo pensato di scriverci su un paio di righe. Prima però abbiamo cercato su internet qualche recensione, tanto per capire come "Il lupo" era stato accolto dalla critica ufficiale. Nel pochissimo che abbiamo trovato, giudizi positivi da Il Tempo e Il Messaggero, peggio che stroncature sul sito www.mymovies.it e sul dizionario Morandini., che scrive: "[...] è un film a tesi che intende assolvere il criminale, vittima della società e delle forze dell'ordine. Basso costo, infimo livello dilettantistico. Non meriterebbe nemmeno una stroncatura".
Secondo noi, il film è piuttosto bruttino. Ma non più brutto di un qualunque film italiano mainstream. E nella sua talvolta improvvisata messinscena, funzionano bene alcuni dialoghi e diverse scene che vedono protagonista il bandito Franco Scattoni (ovvero Luciano Liboni, ben interpretato da Massimo Bonetti). Aggiungiamo, per tornare a quanto scritto dai Morandini, che ci pare evidente che l'obiettivo del film non fosse quello di assolvere il criminale. Piuttosto, pensiamo che la vera sfida di Calvagna fosse quella di riuscire a fare, in Italia, un film dove carabinieri e poliziotti non venissero mostrati come onesti, eroici, valorosi e nobili cavalieri senza macchia e senza paura. Se è scontato affermare che "Il lupo" non per questo diventa un buon film, è altrettanto innegabile che - almeno dal nostro punto di vista - una tale sfida uno straccio di curiosità la susciti. E se siamo capaci di guardarci senza problemi i film di Marco Ponti, Paolo Virzì, Mimmo Calopresti, Roberto Faenza, ecc. ecc. ecc. non vediamo perchè rinunciare a priori alla visione de "Il lupo". Che a questo punto, ci pare prevedibile, consigliamo a tutti di vedere.

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giovedì 3 settembre 2009

Trailer di "CHECKPOINT ROCK. CANCIONES DESDE PALESTINA" di Fermin Muguruza, 2009



Sta girando da alcuni mesi in molti festival del cinema (Locarno fra gli altri) il primo film da regista del noto cantante e musicista basco Fermin Muguruza. Si tratta di un documentario sulla Palestina e sulla sua attuale scena musicale. Il trailer di presentazione è interessante. Ci auguriamo che anche in Italia sia presto possibile vedere il film, al limite anche solo in dvd.




trailer hd

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domenica 12 luglio 2009

"UOMINI CHE ODIANO LE DONNE" di N. A. Oplev, 2009

Un film superficiale e deludente, costruito sui momenti forti e sui colpi di scena dell'omonimo romanzo da cui è tratto. La ricchezza del primo volume della trilogia di Stieg Larsson viene qui ridotta a una semplice, nonchè banale illustrazione della pagina scritta. Se si amano le atmosfere scandinave, meglio ripiegare sulla mini-serie tv prodotta dalla BBC sull'ispettore Wallander, con un ottimo Kenneth Branagh come protagonista.

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GUARDALO ORA! Video, film e documentari online consigliati dal Kinoglaz cineforum

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